Insomma, con caratteristiche come quelle sopra appena riassunte, non stupisce certamente scoprire che il coniglio ariete è una delle razze di coniglio più amate da chi vuole avere un coniglio in ambito domestico. Ma che dire dell’allevamento di più esemplari? Quali sono le caratteristiche in questo caso? E cosa bisognerebbe sapere di questo animale?
Come abbiamo già rammentato nelle righe che precedono, uno dei motivi per cui il coniglio ariete ha finito con l’essere sempre più protagonista delle case degli italiani, eleggendolo come animale da compagnia preferito, è il fatto che ha un carattere dolce e mansueto. E, proprio per questo motivo, può ben essere inserito all’interno di un nucleo familiare con bambini o anziani.
Una volta correttamente inserito nel proprio ambiente il coniglio ariete non avrà certamente alcuna difficoltà nel manifestare tutto il suo affetto nei confronti delle persone che lo circondano, divenendo così sempre pronto per accogliere le attenzioni da parte dei componenti della sua famiglia umana.
Il coniglio ariete è facilmente riconoscibile soprattutto per la sua caratteristica forma delle orecchie, cadenti ai lati della testa, non movibili secondo la sua volontà. Per il resto, riconosciamo questa razza anche dalle sue zampe, forti e dritte, per il peso piuttosto contenuto, per la pelliccia folta con pelo medio.
Ricordiamo inoltre che questa razza di coniglio può essere classificata a seconda del criterio dimensionale in gigante, medio, piccolo e nano.
Per quanto attiene i colori, l’ariete nano è ammesso in tutte le tonalità con la sola eccezione dell’argento. Tra tutte le colorazioni, però, una delle più apprezzate è certamente costituita dal coniglio ariete blu di Vienna.
Il coniglio ariete è prevalentemente erbivoro. Dunque, la sua alimentazione non potrà che essere costituita principalmente da un mix di fieno e di erba, unitamente a dei cibi che puoi trovare in commercio e che sono stati studiati appositamente per la sua salute.
Un altro componente che spesso fa parte del regime alimentare del coniglio ariete sono le verdure. Si faccia però attenzione, in questo caso, a non eccedere mai con le dosi, soprattutto per quelle verdure che sono più ricche di zuccheri, come ad esempio le patate o le carote, o quelle ricche di calcio, come gli spinaci. Anche per questo motivo, la frutta dovrebbe essere fornita con moderazione.
Il coniglio ariete è una razza che gode di discreta salute, a patto che i suoi esemplari siano coerentemente seguiti da un veterinario di fiducia, che possa gestire la profilassi e il monitoraggio delle sue condizioni. Si tratta inoltre di un animale molto pulito: se dovesse sporcarsi, sarà sufficiente usare un panno umido e ricordarsi di asciugarlo per bene. Nel periodo estivo sarà buona norma spazzolarlo periodicamente per eliminare i peli morti.
]]>Il documento con le linee guida contiene tuttavia tante altre indicazioni utili, che tutti coloro che vogliono avviare un allevamento di conigli dovrebbero ben conoscere. Ad esempio, sai come controllare lo stato di salute dei conigli? Ogni quanto devi verificare il loro benessere? Quali ispezioni devi fare? E cosa fare se noti che qualcosa non va?
Proviamo a scoprirlo insieme!
Iniziamo subito con il determinare che i conigli devono essere controllati tutti i giorni, e almeno due volte al giorno se – come vedremo – presentano qualche problema o qualche sospetto che qualcosa non va.
Per quanto concerne il controllo visivo, è bene accertarsi che il coniglio sia attivo, abbia una buona postura, occhi luminosi, pelliccia integra e pulita, e che siano assenti ferite o altre escoriazioni. La sua deambulazione deve essere normale. Conigli che non si muovono o che hanno difficoltà a farlo potrebbero avere problemi di salute, paura o altri disagi che sarebbe opportuno approfondire quanto prima.
Ad essere controllati dovranno inoltre essere alcuni aspetti specifici, come ad esempio il consumo di mangime e di acqua, o ancora la loro crescita fisiologica, l’aspetto degli escrementi e l’igiene dei nidi che utilizzano.
Per quanto intuibile, l’ispezione dovrà essere condotta con condizioni di luce di intensità utile per valutare coerentemente e attentamente le condizioni di ogni animale. Durante le verifiche bisognerà fare attenzione a non turbare la sensibilità degli animali, permettendo loro di interfacciarsi all’allevatore con serenità e senza stress e tensioni, generando così il minore disturbo possibile ad un animale che, per natura, è piuttosto suscettibile di patemi.
Come abbiamo anticipato, l’obiettivo di tali controlli è quello di rilevare tempestivamente eventuali problemi nella salute dei conigli, o loro situazioni di sofferenza.
Se dunque dovessi intercettare dei sintomi di qualcosa che non va, dovrai approfondire l’ispezione effettuando degli esami fisici singoli e specifici, facendo particolare attenzione al movimento, alla respirazione, alla condizione della pelliccia e, ancora, di pelle, occhi, naso, ano, coda, orecchie, gambe, piante podali e unghie.
L’obiettivo di questo controllo è certamente quello di individuare eventuali lesioni, irritazioni, infiammazioni, parassiti e altri elementi che ti permetteranno – magari in compagnia di un veterinario esperto – di avvicinarti a una diagnosi.
Quando si è intercettata l’esistenza di sintomi indicativi di scarsa salute o ridotto benessere, si dovrà procedere in maniera tempestiva per identificare le cause e intraprendere le azioni appropriate per risolvere il problema.
Naturalmente, se l’allevatore ritiene di non avere sufficiente dimestichezza con tali attività, dovrà immediatamente richiedere un consulto da parte del veterinario esperto in problematiche di sanità dei lagomorfi.
Nel caso in cui da tali attività dovesse emergere che la causa del problema è da ricercarsi in un fattore ambientale o strutturale del proprio allevamento, la stessa determinante dovrà essere evidentemente risolta prima di reintrodurre gli animali.
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I conigli sono infatti animali piuttosto delicati. E interfacciarsi nei loro confronti in maniera inesatta potrebbe determinare dei pregiudizi per la propria salute. È anche per questo motivo che sarebbe opportuno educare i bambini alla corretta modalità con cui ci si deve rapportare ai conigli, evitando agli animali stress e sofferenze psicofisiche che possono essere involontariamente determinate da qualche movimento troppo irruento e brusco.
Ciò premesso, e ricordata che deve essere sempre assunta particolare cura nel momento in cui si spostano i conigli all’interno dello stesso allevamento, o verso altro luogo, cerchiamo di capire come fare!
Leggi anche: Allevamento di conigli: come usare mangiatoie e abbeveratoi
Per manipolare al meglio gli animali, i conigli devono essere trasportati impugnando la pelle tra le scapole. Un’altra mano dovrà essere invece fatta scivolare sotto il corpo dell’animale per sostenerne al meglio il peso. I conigli più giovani possono invece essere sollevati afferrandoli con delicatezza intorno ai fianchi con una mano.
In ogni caso, non bisogna mai sollevare i conigli dalle estremità o dalle orecchie!
Leggi anche: Come illuminare l’allevamento dei conigli e perché hanno bisogno della luce del sole
Una volta effettuato il sollevamento del coniglio, il trasporto potrà essere effettuato riponendo l’animale all’interno di un contenitore che possa permettergli di poggiarsi con tutte le zampe e di assumere una posizione sicura. In ogni caso, il trasporto del coniglio dovrà essere effettuato per il tempo strettamente necessario e riducendo al minimo qualsiasi tipo di disagio per l’animale.
Per quanto intuibile, il contenitore da utilizzarsi per il trasporto del coniglio dovrà essere igienizzato, pulito e in grado di proteggere il coniglio dalle intemperie, senza però privarlo della luce e dell’aria necessaria per la sua salute. Inoltre, è sempre consigliabile procedere al trasporto dei conigli verso altra struttura in un momento in cui le condizioni climatiche sono favorevoli, al fine di ridurre il disagio avvertito dall’animale.
Nel manipolare i conigli, la disinfezione e il lavaggio delle mani devono essere frequenti. Si suggerisce l’utilizzo di guanti.
]]>Ricordiamo infatti che i conigli necessitano di un accesso costante a una dietra ben bilanciata, in un luogo igienicamente adeguato, con sufficiente approvvigionamento di acqua fresca (non gelata) di buona qualità. Ai conigli occorrerà altresì mettere a disposizione dei materiali idonei per la propria frequente attività orale come paglia, fieno o legno, che possano masticare e rosicchiare.
Sancito quanto in premessa, la dieta dei conigli dovrà essere composta da fibre a bassa digeribilità e ad alta digeribilità, per favorire la fermentazione intestinale.
Una volta preparato il composto che dovrà essere somministrato ai consigli, riponilo all’interno delle mangiatoie, con la cautela di:
Ricorda anche che i conigli mangiano molto frequentemente: la loro dieta si basa infatti su 20-30 pasti giornalieri di ridotte dimensioni, in grado di occupare fino a 4 ore della loro giornata “tipo”!
In questo senso, ti invitiamo a curare con grande attenzione il menù dei conigli evitando repentini cambi di alimentazione che potrebbero determinare non pochi scombussolamenti nella loro serenità. Pertanto, salvo in caso di emergenze e di indisponibilità di altri alimenti, cerca di mantenere costante qualità e quantità degli alimenti, o modificare la loro alimentazione in modo graduale, con il passare delle settimane.
La routine dei conigli vuole inoltre che il cibo sia distribuito in un orario sempre uguale, rispettando così la giusta cadenza o, per lo meno avvicinandosi al suo rispetto preciso.
Passiamo ora a occuparci brevemente degli abbeveratoi negli allevamenti dei conigli, ricordando innanzitutto come le vasche di abbeveraggio debbano essere sempre facilmente controllabili, lavabili e svuotabili completamente. Cerca pertanto di porle in un luogo di semplice accesso, e la cui operazione di ispezione e di gestione possa essere effettuata rapidamente (visto e considerato che è qualcosa che farai molto frequentemente!).
Ciò premesso, rammenta che un buon rapporto tra cibo e acqua deve essere di 1:1.7, e che l’acqua deve essere sempre disponibile, considerato che in carenza di acqua l’assunzione di cibo si blocca nell’arco di meno di un giorno!
Assicurati poi che la qualità dell’acqua all’interno dell’abbeveratoio sia sempre ottima. Se infatti l’acqua dovesse rimanere troppo a lungo nell’abbeveratoio senza essere cambiata, potrebbe favorire la proliferazione di microrganismi e che potrebbero determinare l’insorgenza di patologie di tipo gastroenterico, o peggiorare comunque lo stato di salute degli animali.
La potabilità dell’acqua deve essere controllata semestralmente, soprattutto se la risorsa idrica arriva da un pozzo, mentre con cadenza almeno annuale deve essere verificata la qualità chimico-fisica, in particolare il pH, la durezza, la presenza di nitriti e nitrati, di ammoniaca e di metalli contaminanti. In caso di acque dure, si deve sempre ricorrere all’utilizzo di addolcitori, così come nell’ipotesi di presenza di nitriti volatili all’uso di rompigetto. Devono altresì essere applicate misure di contenimento e di riduzione di formazione del biofilm negli impianti di distribuzione.
]]>Al termine di una bella giornata, quando devi effettuare delle particolari pulizie o quando lo desiderano, però, i conigli necessitano di essere collocati a riposo in un apposito recinto che possa permettere loro di ristorarsi con tranquillità e senza il rischio di essere preda di altri animali o ulteriori pericoli.
Ecco dunque che può diventare utile sapere come costruire una gabbia per conigli, nel caso in cui tu non voglia acquistarne una già pronta sul mercato.
Naturalmente, quelle che seguono sono solamente delle indicazioni di massima che ti guideranno nei principali passaggi. Tieni conto che, per esempio, un conto è costruire una gabbia per un solo coniglio, e un conto è invece costruire una gabbia che contenga diverse cella, una per ogni esemplare. Molto dipenderà altresì dalle dimensioni del coniglio, e dalle sue abitudini.
Fatte salve le premesse di cui sopra, il primo passo è evidentemente quello di procurarti i materiali che ti servono, tendenzialmente il legno. In particolare, dovrai reperire dei paletti di sostegno e, poi, dei pannelli che servano a formare le pareti e il pavimento: ricorda di effettuare alcuni buchi per garantire una buona ventilazione.
A questo punto, dopo aver fissato solidamente i pannelli alle travi, dovresti avere a disposizione un cubo ventilato, con un lato aperto: è qui che dovrai installare la porta della tua gabbia: ti sarà sufficiente utilizzare un pannello aperto, su cui montare una rete metallica, e dei cardini per fissarla a una delle travi. Ricorda che la porta dovrebbe potersi chiudere in maniera sicura e, dunque, acquista dei ganci che possano permetterti di impedire ogni casuale apertura.
Fatto ciò, dovrai anche creare il fondo della gabbia. Per farlo, puoi procurarti un tappeto morbido o un pezzo di imbottitura in gommapiuma, che dovrai fissare accuratamente al pavimento. Potrai dunque arricchire la tua gabbietta per conigli aggiungendo tutti gli elementi di cui potrebbe aver bisogno per poter vivere comodamente qualche ora al suo interno, come ad esempio una ciotola con dell’acqua, del mangime e una scatola nella quale potersi riposare.
Ricorda che le dimensioni della gabbia per conigli devono essere ponderate sulla base della grandezza del tuo esemplare, ma che in ogni caso quando ti accingi a creare una gabbia per conigli dovresti far sì che la sua grandezza sia sufficiente per permettere al coniglio di muoversi e girare liberamente.
Ciò premesso, ti ricordiamo che se non sei un esperto di bricolage o ritieni di non avere il tempo per pianificare correttamente la costruzione della tua gabbia per conigli, puoi pur sempre ricorrere alle migliori soluzioni che trovi sul mercato. Ti ricordiamo altresì che nel nostro shop trovi tutti i migliori accessori per rendere più confortevole la vita del tuo coniglio, dagli abbeveratoi alle mangiatoie.
Dacci uno sguardo e, se ritieni di aver bisogno di qualche supporto, contatta i nostri esperti ai recapiti che trovi in ogni pagina del nostro sito!
]]>Peraltro, le perplessità su come vedono i conigli sono ancora più pronunciate nel momento in cui si migliora l’esperienza nei loro confronti. Alcune persone si domandano per esempio perché il consiglio abbia difficoltà a individuare degli oggetti posti davanti alla faccia e, ancora, perché i conigli si accorgono prontamente se qualcuno si sta avvicinando a loro.
In questo approfondimento cercheremo di condividere tutto quello che c’è da sapere sulla vista dei conigli e, grazie a qualche spunto, migliorare il proprio rapporto con questi teneri animali da compagnia.
La prima cosa che dobbiamo ricordare è che il sistema visivo del coniglio si è evoluto con un obiettivo piuttosto chiaro: permettere al coniglio di rilevare in tempi rapidi tutti i principali pericoli che potrebbero celarsi nel proprio ambiente di riferimento.
Dunque, la finalità principale del sistema visivo del coniglio non è quello legato al foraggiamento o alla mobilità, bensì di captare in maniera rapida ed efficace i predatori che si avvicinano a lui, nel maggior numero di direzioni possibili.
Ecco perché gli occhi del coniglio sono posizionati nella parte superiore e laterale del cranio, permettendo al coniglio di vedere (quasi) a 360 gradi, e altresì al di sopra della propria testa. Non solo: i conigli sono in grado di vedere molto lontano, individuando oggetti che a malapena riusciremo a scorgere.
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Come in parte abbiamo già anticipato, a questi grandi vantaggi il coniglio deve accompagnare anche un piccolo, grave pregiudizio: il campo visivo del coniglio pecca infatti in un punto cieco direttamente davanti al suo viso, che impedisce all’animale di poter disporre di una visione tridimensionale degli oggetti più vicini.
È proprio per questo motivo che il coniglio, quando deve guardare qualcosa che è davanti a sé, spesso ruota la testa, dando l’impressione di guardare di sbieco. In realtà è quello il suo modo di guardare dritto negli occhi!
I vertebrati, categoria di cui i conigli fanno evidentemente parte, dispongono di due tipi di fotorecettori nella retina (coni e bastoncelli), in grado di conferire la possibilità di recepire l’ambiente ad “alta risoluzione” e, se sono presenti più di un tipo di cono, anche le varie lunghezze d’onda della luce, come colori distinti.
Ebbene, alcuni studi compiuti negli scorsi decenni hanno dimostrato che i conigli hanno una capacità piuttosto limitata nel distinguere le lunghezze d’onda della luce e percepire, dunque, diversi colori. Ad ogni modo, sebbene i conigli non riescano ad interpretare i colori come facciamo noi, si pensa che riescano comunque a percepire la differenza che sussiste tra alcune tonalità, come il blu e il verde, dando all’animale una visione a colori limitata.
]]>Cerchiamo di riassumere i principali step!
Uno dei primi passaggi che dovresti effettuare per poter avviare un buon allevamento di conigli è certamente rappresentato dalla scelta delle migliori razze da allevare.
Come abbiamo più volte rammentato sul nostro sito, esistono diverse razze di conigli al mondo e non tutte le razze sono adeguate rispetto agli obiettivi che il tuo allenamento vorrebbe raggiungere.
Dunque, se vuoi avviare un allevamento di conigli, la prima cosa che ti consigliamo di fare è cercare di capire quale delle oltre 40 razze di conigli ufficialmente riconosciute in Italia ti conviene allevare.
Per quanto concerne le migliori razze, possiamo sicuramente distinguere la Lepre belga che – nonostante il suo nome – è… un vero e proprio coniglio! Si tratta di un esemplare piuttosto diffuso in Italia, e la cui resa è considerata molto soddisfacente per chi vuole avviare un allevamento di conigli da carne.
Altre razze di conigli da allevare potrebbero poi essere il Fulvo Borgogna, una razza media dal pelo rosso, o ancora il Gigante Pezzato, dalla muscolatura piuttosto consistente e dal colore bianco e nero (lo puoi facilmente riconoscere grazie a una macchia a forma di farfalla sul naso). Tra le altre razze internazionali, sono sempre piuttosto gettonate la Nuova Zelanda e la California.
Scelte le razze dei conigli da allevare, dovrai attrezzare l’area nella quale sorgerà il tuo allevamento di conigli.
Una zona essenziale sarà evidentemente quella dei ricoveri, ovvero delle gabbiette che costituiranno dimore stabili per i tuoi animali. Le gabbie potranno essere di metallo, igieniche e facilmente pulibili, con il fondo asportabile per una pulizia ancora più semplice. Riponile in una zona non esposta alle intemperie, cercando di mantenere una temperatura intorno ai 18 gradi.
Oltre che particolarmente suscettibili sotto il profilo climatico, i conigli sono molto delicati anche sotto quello alimentare.
Ferma restando la raccomandazione di parlare dell’alimentazione dei conigli con il tuo veterinario di fiducia, cerca di assicurarti che nella dieta di questi animali vi sia abbondante fieno, così come verdure fresche, paglia e crusca. Di norma i conigli non richiedono ingenti quantità di carboidrati, che potrebbero creare loro qualche problema digestivo.
Per la distribuzione degli alimenti, aiutati con una delle nostre mangiatoie per conigli.
Probabilmente sai già che i conigli cercano di riprodursi con molta facilità e frequenze, ma non sempre con successo. In ogni caso, nelle ipotesi di gravidanza, vera o presunta, alla coniglia non dovrà essere proposto un possibile nuovo accoppiamento: una volta accertata la gravidanza, la durata della gestazione sarà di circa 30 giorni.
Dopo il parto, bisognerà controllare con attenzione i nidi per verificare lo stato di salute dei coniglietti e distribuire di conseguenza le nidiate in maniera equilibrata, garantendo un congruo allattamento.
Speriamo che questi brevi suggerimenti possano esserti utili per poter migliorare l’efficacia del tuo allevamento di conigli. Contattaci per saperne di più!
]]>Quando si parla della longevità del coniglio purtroppo bisogna fare i conti con il fatto che il coniglio è un animale la cui morte improvvisa è relativamente frequente, e sicuramente più probabile rispetto a quella di altri animali da compagnia.
Naturalmente, questo non significa che non si debbano indagare quali siano le cause della morte del coniglio, perché la determinante della sua triste fine potrebbe mettere poi in crisi anche il resto degli esemplari.
Per esempio, buona parte delle cause della morte dei conigli sono delle malattie non diagnosticate. Può infatti capitare che il coniglio sia malato da tempo, ma nonostante ciò non si abbiano avuto chiare manifestazioni di questa patologia. In questo caso non si può certamente parlare di morte improvvisa e, soprattutto, occorrerà condividere tale condizione con il proprio veterinario di fiducia.
Dalla mixomatosi alla pasteurellosi, sono numerose le malattie che potrebbero determinare il decesso del coniglio.
Come abbiamo già rammentato in apertura di questo approfondimento, purtroppo i conigli possono morire improvvisamente per numerose cause e, buona parte di queste, sono dovute al fatto che si tratta di animali delicati.
Per esempio, il coniglio può morire perché cade da un piano anche non troppo elevato (si pensi a un tavolo), oppure perché entrano in conflitto con un altro animale più grande di loro che, anche involontariamente, potrebbe determinare dei danni fatali al suo corpo.
Oltre alle morti dei conigli per lesioni traumatiche, i conigli possono morire per questioni cardiache che possono anche non essere ricondotte alla presenza di patologie. Ricordiamo infatti che i conigli sono tipicamente delle prede e che vivono sempre in allerta. Tendono a spaventarsi facilmente, e questo finisce con l’aggravare il suo ritmo cardiaco, già di per sé piuttosto veloce. Ecco dunque che in caso di stress o di spaventi, il coniglio può sviluppare aritmie che potrebbero essere anche fatali, determinando una morte improvvise. Ancora, i conigli possono morire improvvisamente per i colpi di calore.
Ma cosa fare in caso di morte improvvisa del coniglio? La buona norma dovrebbe spingerti a contattare un veterinario per parlare di quanto accaduto e verificare se la causa che ha determinato la morte del coniglio sia stata o meno di natura patologia. Escludere cause infettive potrebbe permettere al tuo allevamento di conigli, o agli altri esemplari che hai in ambito domestico, di mettersi al riparo da ogni potenziale pregiudizio.
Peraltro, il contatto con il veterinario ti permetterà di avere informazioni puntuali e aggiornate sul processo di smaltimento del corpo del povero animale.
Ricorda inoltre che puoi fare tanto per prevenire la maggior parte dei motivi per cui i conigli muoiono: assicura un ambiente salutare e sicuro, evita di sottoporre il coniglio a stress fisici e psicologici, e fallo sottoporre a periodiche visite dal tuo veterinario di fiducia. Così facendo creerai quelle condizioni più utili per una vita longeva e serena del tuo pet!
]]>Ma quanto costa un coniglio nano? Quanto si spende per acquistarlo e mantenerlo?
Considerato che spesso ci viene domandata una stima dei costi di mantenimento del coniglio nano, in questo approfondimento abbiamo cercato di fare il punto su tutto ciò che devi sapere prima di acquistarne uno. Andiamo con ordine!
Il coniglio nano può essere facilmente acquistato in qualsiasi negozio o in un allevamento di conigli nani. Come più volte abbiamo ribadito su questo sito, è importante acquistare il coniglio nano da un esperto che possa assicurare sulla provenienza dell’animale, e possa condividere alcuni suggerimenti che miglioreranno il rapporto con il nuovo arrivato, nel suo interesse e di quello della famiglia che lo ospiterà.
Ciò premesso, il prezzo di acquisto di un coniglio nano in un negozio o in un allevamento di conigli nani si aggira tra gli 80 e i 100 euro, sebbene non manchino costi maggiori o minori rispetto a queste soglie. Attenzione, però: costi troppo bassi potrebbero celare una provenienza “sospetta”, con conseguenti mancate rassicurazioni sulla sua salute.
Ricorda altresì che tra i costi iniziali per avere un coniglio nano devi aggiungere anche quelli della gabbietta (tra i 50 e i 100 euro) e i principali accessori (come il trasportino e il beverino).
Comprare un coniglio nano e introdurlo all’interno del proprio ambito domestico è un investimento che ripagherà con tanta soddisfazione nel breve, medio e lungo termine.
Affinché questo investimento possa dare i migliori frutti, e possa essere sostenuto ed effettuato con la giusta consapevolezza, è però necessario tenere a mente quali siano i costi per mantenere il coniglio nano.
In particolare, i principali oneri da sostenere per la gestione dell’animale sono:
Insomma, sebbene il coniglio nano abbia costi generalmente inferiori a quelli dei suoi “colleghi”, è pur sempre opportuno tenere conto che l’acquisto e la gestione di qualsiasi animale, anche di dimensioni contenute come il coniglio nano, richiede sempre attenzioni, cure, tempo e un discreto budget.
Pertanto, quando si sceglie di adottare un coniglio nano è sempre opportuno essere pienamente consapevoli di quel che si fa.
Se vuoi saperne di più ti invitiamo a consultare le altre guide che abbiamo realizzato su questo argomento, come quelle su quanto vivono i conigli e come interpretare il comportamento del coniglio.
Se invece hai necessità di qualche accessorio per la corretta gestione del coniglio nano, ti consigliamo di dare uno sguardo alle nostre sezioni su abbeveratoi conigli e mangiatoie conigli.
]]>In realtà, però, le cose sono un po' più complicate!
Sebbene i conigli tendano effettivamente ad accoppiarsi abbastanza frequentemente, è errato pensare che sia facile stabilire un rapporto tra una potenziale coppia, e che non si debba riporre un po' di attenzione nella fase della “preparazione”.
In questo approfondimento cercheremo di comprendere come funziona l’accoppiamento dei conigli, occupandoci sia della formazione della coppia che della previsione dei tempi di riproduzione.
La maturità sessuale dei conigli inizia generalmente dopo i primi 4-5 mesi di vita. Non esiste tuttavia un tempo preciso dopo il quale si può parlare di raggiunta maturità sessuale, dipendendo – ad esempio – dalle razze e dalle condizioni di allevamento. Pertanto, non è raro che alcuni esemplari possano raggiungere la propria maturità sessuale verso i 7-8 mesi, mentre altri sono ancora più “tardivi”, arrivando alla maturità sessuale solamente raggiunti i 9-10 mesi.
Si tenga inoltre in considerazione che a raggiungere la maturità sessuale prima degli altri sono le femmine, e che le razze più precoci sono quelle nane.
Ciò premesso, arriva il compito difficile: la scelta della coppia di conigli da riproduzione.
Se non hai sufficiente esperienza in questo ambito, il nostro suggerimento non può che essere quello di domandare un supporto di un buon allevatore che possa aiutarti a selezionare i più validi “protagonisti” dell’accoppiamento.
Ricordiamo infatti come la conoscenza della coppia, del loro patrimonio genetico, dello stato di salute e del loro approccio comportamentale siano elementi fondamentali per assicurarsi le migliori speranze di riproduzione.
Bene pertanto farsi consigliare due esemplari docili e propensi alle relazioni, oltre che – evidentemente – in buono stato di forma, privi di malattie, di condizioni di obesità o di sottopeso, né convalescenti da patologie.
Una volta scelti i consigli si può procedere al momento della prima conoscenza. Generalmente un buon allevatore ti consiglierà di evitare di far convivere i due conigli dediti alla riproduzione, al fine di non correre rischi di conflittualità territoriale e, dunque, comportamenti aggressivi.
In ogni caso, è bene non mettere troppa fretta alla coppia. Anche se, contrariamente a quanto avviene con altri animali, i conigli non hanno un vero e proprio periodo in cui entrano in calore, e sono sempre propensi alla riproduzione, potrebbero volerci più tentativi per poter convincere entrambi a rompere gli indugi.
Per comprendere se sia o meno arrivato il momento giusto, prova ad avvicinare i due conigli e interpretare il loro comportamento. Quando la coniglietta sarà pronta per l’accoppiamento, dovrebbe assumere una posizione che faciliterà l’approccio del maschio (zampe posteriori rialzate).
Se invece nonostante questo tentativo la femmina rimane indifferente, vuol dire che ha bisogno di ancora un po' di tempo per questo tipo di interazione. Potrai dunque riprovare dopo qualche ora, o il giorno successivo.
Una volta che l’accoppiamento va a buon fine, dovresti cercare comunque di ripetere gli approcci più volte, perché per avviare il ciclo riproduttivo con successo potrebbero essere necessari più “incontri”.
Fin qui, alcuni consigli generali per approcciare all’accoppiamento dei conigli con maggiore consapevolezza ed efficacia. Torneremo sull’argomento nei prossimi giorni affrontando alcune tematiche più specifiche con più attenzione!
]]>Come abbiamo avuto modo di affermare in apertura, i conigli giganti delle Fiandre hanno nelle grandi dimensioni la loro principale caratteristica. Gli esemplari adulti sono infatti in grado di raggiungere dimensioni tra i 70 e i 90 centimetri, mentre le sole orecchie possono arrivare a misurare più di 15 centimetri.
Se a quanto sopra aggiungiamo il fatto che la razza coniglio gigante delle Fiandre ha un peso tra i 6 e gli 8 kg, capiamo subito come si tratti veramente di un coniglio che non passa inosservato.
Per quanto concerne le altre caratteristiche, il manto del coniglio gigante delle Fiandre è tendenzialmente grigio, con varie sfumature.
Passando poi alla salute del coniglio gigante delle Fiandre, di norma questi conigli sono animali piuttosto sani e, dunque, non richiedono cure particolari e specifiche per questa razza. Tuttavia, ti consigliamo di non trascurare una pulizia periodica, perché questi animali tendono comunque a sporcarsi esattamente come tutti gli altri: avendo una superficie più ampia da coprire, dovrai prenderlo in braccio e spazzolarlo con energia per togliere ogni residuo che potrebbe accumularsi sul manto.
Evidentemente, ricordati di seguire il piano di controlli dal veterinario, considerato che purtroppo questi esemplari attirano zecche e altri parassiti che possono infettar loro la mixomatosi.
Tra le altre malattie che potrebbero colpire il coniglio gigante delle Fiandre anche la micosi nelle orecchie, nel muso e nelle palpebre, e la rogna determinata dagli acari rossi che potrebbero trovare ospitalità nelle lunghe orecchie.
Il coniglio gigante delle Fiandre è un animale tendenzialmente pigro. Il che, tuttavia, non significa pensare che questo esemplare se ne stia tutto il giorno in un angolo del salotto!
Di contro, il coniglio delle Fiandre – anche grazie alle sue importanti dimensioni – richiede vasti spazi per correre e per gironzolare un po', quando ne ha voglia. Non è inoltre il classico prototipo di animale domestico. Ragione per cui avrà bisogno di trascorrere larghe porzioni di giornata in giardino, pur in un’area recintata che possa farlo sentire la sicuro, protetto da potenziali attacchi dei predatori.
Il coniglio gigante delle Fiandre ha un’alimentazione discretamente varia, anche se si nutre prevalentemente di fieno. È comunque opportuno integrare questo principale alimento con delle verdure e, con grande parsimonia, della frutta: quest’ultima dovrà essere limitata a causa dell’elevato quantitativo di zuccheri, che potrebbe determinare un incremento del suo peso corporeo.
Ciò premesso, il coniglio gigante delle Fiandre è un ottimo compagno da giardino: sarà sufficiente prendersi cura di lui per essere ripagati da tanto affetto e divertimento.
]]>In questo approfondimento cercheremo dunque di comprendere per quali motivi potrebbe essere conveniente optare per la sterilizzazione del coniglio, e quando può essere opportuno procedere in questo senso.
Intuibilmente, la sterilizzazione del coniglio tende a raggiungere l’obiettivo opposto della riproduzione del coniglio, frutto del suo desiderio di accoppiarsi nel momento in cui gli esemplari raggiungono la maturità sessuale e sviluppano un naturale desiderio di accoppiarsi.
Per comprendere per quale motivo potrebbe essere consigliabile procedere in questa direzione, cerchiamo di comprendere, prima di tutto, quali sono i vantaggi della sterilizzazione.
Il primo beneficio derivante dalla sterilizzazione del coniglio riguarda proprio il suo impulso: il desiderio di accoppiarsi può infatti determinare diversi problemi a livello comportamentale, considerato che appena raggiunta la maturità il coniglio tenderà a cercare qualsiasi modo per potersi accoppiare. A sua volta questa tendenza potrebbe determinare un comportamento aggressivo o, di contro, particolarmente frustrato. Potrebbero altresì sfociare atteggiamenti ansiosi o particolarmente stressati e, dunque, il coniglio potrebbe anche tendere a fare i suoi bisogni fuori dalla lettiera.
Di fianco a questo beneficio vi è poi quello, ancora più importante, legato alla necessità di salvaguardare la loro salute. Studi veterinari suggeriscono infatti che i conigli non sterilizzati sono ben più soggetti ad andare incontro a tumori e malattie spesso mortali. In particolar modo, le femmine di coniglio hanno una probabilità di contrarre un tumore all’utero notevolmente più elevata rispetto a quella delle femmine di coniglio sterilizzate.
La sterilizzazione del coniglio può essere effettuata dopo i primi sei mesi di vita sulle femmine e dopo i quattro mesi di vita sui maschi. Anche se l’operazione può essere effettuata in un momento successivo, è sicuramente questo il momento più opportuno per intervenire.
Per quanto intuibile la sterilizzazione del coniglio dovrà essere effettuata da un veterinario professionista che, con la sua competenza, potrà contenere ogni rischio di infezioni eventuali.
Per quanto infine concerne il decorso post operatorio, di norma i tempi di recupero sono ristrettissimi per i maschi, mentre il decorso è un po' più lungo, e teoricamente più complesso, per quanto attiene le femmine.
]]>Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su questo tema, riportando tutto quello che dovresti sapere sul sonno dei conigli: come e quanto dormono, e cosa potresti fare per migliorare le proprie caratteristiche di riposo!
La giornata tipo di un coniglio inizia con una sveglia intorno all’alba e una buona dose di attività fino a metà mattina, quando mangiano, si puliscono, giocano. Quindi, ritornano nella loro tana e si riposano per un po' di tempo: il sonno dei conigli – per i motivi che tra breve vedremo – è infatti concentrato prevalentemente nella parte diurna della giornata, per poi ritornare particolarmente attivi la sera e anche a notte fonda.
Anche se la quantità di ore di sonno dei conigli dipende da numerosi fattori, di norma questi simpatici animali dormono circa 6 – 10 ore al giorno. Difficilmente il coniglio dormirà così a lungo in un’unica “sessione” di riposo. Il loro sonno è infatti generalmente molto leggero, perché il coniglio deve necessariamente rimanere vigile per evitare i pericoli dei predatori. I pisolini del coniglio sono dunque numerosi, leggeri e abbastanza frazionati.
I conigli dormono in posizioni particolari che sono legate, ancora una volta, alla necessità di mettersi al sicuro. Ecco perché i conigli tendono ad assumere delle posizioni che sottostanno la possibilità di fuggire immediatamente in caso di pericolo.
In natura, senza la tua calorosa protezione, i conigli sono delle prede naturali. Proprio per questo motivo hanno dovuto rapidamente adattare il loro comportamento alle circostanze ambientali, finalizzandolo in modo tale da poter evitare sgradevoli incontri con animali predatori.
In tal senso, i ritmi di sonno del coniglio diventano delle vere e proprie armi di difesa. Ed è proprio per questo motivo che i conigli sono più attivi e dinamici la sera e il mattino presto, mentre dormono in diversi momenti del giorno. Ovvero, quando ritengono che i predatori notturni di cui sono spesso vittime non siano in giro.
A nulla, peraltro, rileva il fatto che i tuoi conigli vivano nelle comodità domestiche: il loro istinto rimane innato e, con lui, anche i loro atteggiamenti nei confronti del sonno e della veglia.
Se vuoi migliorare il riposo del coniglio, evita di modificare le sue abitudini e le sue routine, anche se ti sembrano “strane” e anche se il coniglio sembra rimanere attivo anche quando sei andato a letto. Ricorda che è la sua natura, e dovresti cercare di lasciarlo libero di scegliere come comportarsi. In caso contrario, il coniglio potrebbe innervosirsi e diventare irrequieto. Meglio invece intrattenersi con lui e giocare nei momenti in cui è più ben disposto e… accettare che possa fare le ore piccole!
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]]>Per poter aiutare tutti i nostri lettori nella corretta gestione dei propri simpatici amici abbiamo realizzato un completo approfondimento che ti consigliamo di leggere fino alla fine. Se poi dovessi aver bisogno di qualche altro suggerimento, puoi pur sempre contattarci ai recapiti che trovi in ogni pagina di questo sito.
Procedendo per gradi, non possiamo non anticipare il fatto che il coniglio – come tutti gli animali – abbia necessità di un quantitativo di acqua che dipende principalmente dalla temperatura e da quanto è attivo.
In linea di massima, però, c’è una buona notizia che vogliamo subito commentare: il coniglio non è certo uno degli animali che ha necessità di bere tanta acqua per sopravvivere, anche se è pur sempre opportuno che questa non manchi nella sua dieta, soprattutto durante la stagione calda, quando potrebbe cedere più idratazione.
Ricordiamo inoltre che con la loro pelliccia i conigli sono sicuramente più attrezzati per gestire il freddo, piuttosto che il caldo, e che la corretta quantità di acqua quotidiana a loro disposizione è certamente utile per tenerli al riparo dai colpi di calore e dal rischio di disidratazione.
Se tuttavia desideri avere un punto di partenza, i conigli hanno almeno un quarto di litro di acqua al giorno, in parte anche attraverso il cibo (si pensi alle verdure).
Riconoscere un coniglio che ha sete o che, addirittura, si sta disidratando, è un’attività che dovrebbe essere effettuata da parte del veterinario, che potrà ad esempio verificare la presenza di sintomi molto specifici come insufficienza renale o aritmia cardiaca.
Anche senza arrivare a questa diagnosi, tuttavia, ci sono alcune spie che potrebbero aiutarti a comprendere in modo più chiaro quali siano le condizioni di salute del tuo coniglio. Ricorda infatti che un coniglio disidratato è generalmente un animale sonnolento e apatico, e che la sua pelle, se leggermente sollevata, tenderà a rimanere raggrinzita e piegata.
Naturalmente, il modo migliore per evitare la disidratazione del coniglio è quello di dotare il suo spazio con un buon abbeveratoio che possa consentire all’animale di bere in autonomia quando lo desidera.
Una buona alternativa in proposito è costituita dal nostro abbeveratoio a serbatoio con nipple per conigli: economico e pratico da usare, è disponibile in due versioni da 0,5 e 1 litro, con sistema anti-goccia per evitare ogni perdita d’acqua e rischio di allagamento.
Made in Italy, l’abbeveratoio è facile da riempire grazie all’apertura del coperchio, che protegge l’acqua da ogni impurità e contaminazione. Puoi trovare l’abbeveratoio qui, sul nostro shop!
]]>Ma come allevare conigli a terra? Ci sono delle regole particolari?
L’allevamento a terra dei consigli è certamente la soluzione migliore per il benessere dei nostri animali: dell’alternativa principale (l’allevamento in gabbie) non ci occupiamo, né crediamo che sia la scelta più appropriata per lo sviluppo del proprio allevamento.
Dunque, è sempre suggeribile allevare i conigli in un ambiente all’aperto, in un luogo salubre e, possibilmente, in una campagna. Qui potrai allestire il tuo spazio all’aperto (la garenna), un terreno recintato in cui riporre abbeveratoi, mangiatoie un rifugio con della paglia. Come forse hai già intuito, è importante che la garenna ricrei un ambiente che sia quanto di più simile all’ambiente naturale in cui vivono i conigli, incrementando così il loro comfort.
Per quanto riguarda la recinzione, è bene fissarla saldamente nel terreno con almeno 50 centimetri di profondità, in modo tale che i conigli non possano scappare passando sotto di essa.
Passando all’alimentazione, il coniglio domestico allevato a terra si nutre di tutto ciò che può trovare in natura: erba, foglie secche, radici, frutta, cortecce e semi sono sicuramente il suo pane quotidiano. Se si vuole dare un supporto proattivo alla sua alimentazione bisognerebbe:
Con l’occasione ricordiamo a tutti coloro i quali fossero interessati ad avviare un allevamento a terra dei conigli che possono approfittare dei migliori prodotti sul nostro shop.
È dunque possibile trovare abbeveratoi per conigli di diverse dimensioni e tipologie di funzionamento, così come mangiatoie per conigli per qualsiasi popolazione di animali.
Se invece vuoi saperne di più sulla vita dei conigli e su come puoi migliorare le tue capacità di gestione di un allevamento domestico, ti segnaliamo di seguito alcuni nostri recenti articoli:
]]>In questa guida cercheremo di intercettare i segnali che ci permetteranno di capire se il coniglio stia o meno bene, e cosa fare in ciascuna delle tipiche situazioni in cui potrebbe trovarsi il nostro animale preferito!
Interpretare lo stato d’animo del coniglio non è molto difficile, a patto che si presti particolare attenzione a valutare i suoi atteggiamenti.
In particolar modo, un coniglio che rimane fermo, mangia rapidamente, ha le orecchie abbassate e gli occhi spalancati, è generalmente un coniglio intimorito, che magari è impaurito da qualcosa, o che ha subito qualche trauma, magari durante le prime fasi di ambientamento.
Di contro, se il coniglio assume una postura rilassata e allungata, si regge sulle zampe posteriori, mastica lentamente, significa probabilmente che abbiamo davanti un coniglio di buon umore e a suo agio con l’ambiente circostante.
Fin qui, alcuni piccoli spunti che ti dovrebbero già permettere di comprendere se hai davanti a te un coniglio che si trova bene nell’ambiente che hai creato per lui, o meno.
Tuttavia, vogliamo fare un altro passo in avanti per cercare di farti capire se il tuo coniglio è stressato o teso, e che cosa potresti fare per tranquillizzarlo un po'.
Alcuni tipici comportamenti del coniglio che è stressato e non sta bene sono quelli che lo conducono ad avere un atteggiamento irrequieto. Dunque, un coniglio stressato è un coniglio che si muove in modo irruento, si morde da solo, cerca di scavare ripetutamente o sporca il proprio ambiente con l’urina o le feci.
In tutte queste situazioni è evidentemente opportuno intervenire per permettere al tuo esemplare di ritrovare il giusto benessere e così facendo, garantirsi una vita più serena in tua compagnia!
Ma come fare?
La prima cosa che ti consigliamo di fare è cercare di capire per quale motivo il coniglio sia così stressato.
In buona parte dei casi si tratta di un atteggiamento che il consiglio assume perché non gradisce l’ambiente in cui è stato introdotto, perché magari non ha spazi sufficienti per muoversi, o non trova delle zone in cui potersi ritenere al sicuro.
A volte, però, il coniglio dimostra di sotto stress perché è annoiato, oppure perché ha visto qualche minaccia (reale o presunta) che non giova alla sua serenità.
A volte può anche capitare che il coniglio denoti comportamenti aggressivi e violenti, sia nei confronti di altri animali, che nei confronti dell’uomo.
È evidente che anche in questo caso ti sarà richiesto di intervenire, considerato che di base il coniglio non è un animale violento, e che se si comporta in questo modo avrà le sue buone ragioni.
Cerca pertanto di capire quali siano le cause di questo atteggiamento e, in particolar modo, se vi siano delle situazioni che il coniglio potrebbe soffrire particolarmente, come ad esempio l’essere sempre chiuso in gabbia.
A volte, però, ci sono anche ragioni che non sono facilmente comprensibili. Pensa, per esempio, all’acquisto di un coniglio che ha subito dei precedenti maltrattamenti, e che potrebbe essere fortemente sospettoso nei confronti degli uomini.
Proprio per questo motivo riteniamo molto importante cercare di condividere con il venditore la storia del coniglio, soffermandosi sul modo con cui è stato allevato.
In questo approfondimento abbiamo brevemente visto quali potrebbero essere le spie di un malumore e di un malessere del coniglio.
Per potergli assicurare una permanenza più serena e confortevole nei suoi nuovi ambienti, ricordati di:
Buon allevamento!
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Ma quale deve essere la giusta alimentazione del coniglio domestico?
Che cosa deve mangiare il consiglio domestico?
E che cosa sarebbe invece meglio evitare?
Cominciamo subito da qualche consiglio diretto, chiarendo in prima battuta che cosa il coniglio domestico può mangiare, e da cosa invece dovrebbe tenersi alla larga.
Il primo passo è evidentemente quello di garantire al proprio consiglio domestico una buona dotazione di acqua, usando delle ciotole e degli appositi beverini. Il coniglio domestico dovrebbe essere sempre in grado di accedere a una fonte di abbeverazione pulita e fresca, in modo tale che possa idratarsi secondo le proprie necessità.
È inoltre importante che il coniglio possa ricorrere a periodiche razioni di fieno, pulito e sufficientemente croccante. Anche in questo caso, non è necessario che il coniglio sia oggetto di una somministrazione di alimenti a orari fissi: sarà invece sufficiente lasciare del fieno a sua disposizione nella fieniera o sopra la lettiera. I conigli domestici, infatti, hanno spesso l’abitudine di consumare il fieno mentre fanno i loro bisogni!
In tal senso, rinnoviamo l’invito a tutti i nostri lettori preoccupati per la corretta alimentazione del coniglio domestico di preoccuparsi affinché il fieno sia bello croccante. La giusta “durezza” del fieno sarà infatti un buon indice di bontà di tale prodotto e, inoltre, sarà anche molto utile per favorire la masticazione, consumando gradualmente i denti che, contrariamente a quanto avviene con molti altri animali, nel coniglio domestico sono a crescita continua.
Acqua e fieno non possono però costituire un punto di arrivo per la giusta alimentazione del coniglio domestico. È infatti importante che gli sia riservata una ricca dose di fibre, al fine di favorire il corretto funzionamento del suo sistema gastrointestinale. Oltre al fieno, l’erba fresca di prato potrebbe dargli una buona mano. In alternativa si può ricorrere alla verdura cruda, avendo comunque attenzione a non esagerare: ci si può generalmente limitare a non più del 20% del peso del coniglio, ogni giorno. È inoltre consigliabile suddividere la verdura cruda fornita al coniglio in due o tre dosi, a seconda delle abitudini e delle disponibilità di nutrimento del coniglio domestico.
Di contro, a proposito di verdura, sconsigliamo tutti i lettori di somministrare al proprio coniglio domestico verdura cotta o congelata: è invece bene cercare di prendere la positiva abitudine di preparare giornalmente delle porzioni di verdura da far trovare pronte al coniglio a temperatura ambiente, ben lavate.
Quando si parla del benessere del coniglio domestico, come abbiamo peraltro già avuto modo di chiarire qualche riga fa, l’alimentazione rappresenta un punto veramente imprescindibile!
E, in questo ambito, abbiamo anche visto che fieno, erba e acqua rappresentano tre ingredienti che non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione quotidiana di questo piccolo animale. Ma che dire della frutta?
In realtà la frutta, essendo dolce e zuccherosa, andrebbe somministrata al coniglio domestico in maniera piuttosto limitata, perché troppi carboidrati zuccherosi non fanno certamente bene alla sua dieta. Se poi tieni conto che lo zucchero è già presente in dosi non marginali in alcune verdure e ortaggi, come le carote o pomodoro, dovresti ben comprendere quanto sia importante cercare di mettere a freno il tuo desiderio di dare questo cibo al coniglio domestico. In linea di massima, al fine di fornirti un’indicazione generale, potresti dare della frutta al tuo coniglio solo se la gradisce, e solo una o due volte alla settimana.
Che dire, infine, degli snack preconfezionati, che possono costituire una scelta prediletta per il cibo del coniglio domestico?
Sinteticamente, il nostro consiglio non può che essere quello di limitare il ricorso a questo genere di prodotti a quelle ipotesi in cui non sia possibile somministrare al coniglio altri alimenti che tu possa aver avuto modo di preparare in prima persona.
Intendiamoci: in commercio puoi trovare degli snack dagli ingredienti utili e salutari, realizzati con dei processi rispettosi delle materie prime con cui sono creati. Tuttavia, tieni anche conto che in commercio abbondano anche e soprattutto snack che non contengono quegli ingredienti di cui il tu coniglio avrebbe realmente bisogno. Dunque, anche se questi snack sono venduti con politiche di marketing particolarmente convincenti, e anche se si presentano con dei bei colori e dei profumi accattivanti, evita di cadere in tentazione: leggi invece attentamente gli ingredienti e, nel dubbio, cerca sempre di preferire una preparazione ben supervisionata del cibo del tuo coniglio domestico!
]]>Tuttavia, il fatto che il coniglio nano sia così “gettonato” tra gli animali domestici di dimensioni più contenute, non deve lasciarti intendere che non abbia necessità di attenzioni. Anzi, è lecito affermare esattamente il contrario: soprattutto nelle sue prime fasi di ambientamento, il coniglio nano ha infatti bisogno di specifiche cautele che possano permettergli di trovare subito il suo ambiente ideale. Ma quali?
Cominciamo subito con il sottolineare che, fin dal primo momento in cui il coniglio nano entra nel tuo ambiente domestico, bisognerebbe osservarlo con attenzione per comprendere come reagisce al nuovo contesto che lo circonda.
L’atteggiamento del coniglio nano è in queste prime fasi di ambientamento è infatti straordinariamente indicativo del suo stato di salute psicologica. Se noti che sta in disparte, con gli occhi spalancati o timoroso di interagire con gli elementi dell’ambiente, hai probabilmente davanti a te un coniglio nano spaventato, che necessita di più tempo per potersi ambientare.
Ecco dunque che la prima cosa che dovrai fare nel momento in cui il coniglio nano entra nella tua abitazione, è cercare di farlo sentire a suo agio, riservandogli i giusti momenti per poter capire dove si trova e, soprattutto, rendersi conto che non corre alcun pericolo.
>>> Leggi anche: Conigli, quanto vivono in natura e in allevamento
Un supporto fondamentale in tal senso è destinare al coniglio nano una zona tutta per sé. Una conigliera in legno, una gabbietta o un piccolo recinto, costituiscono infatti dei piccoli accessori che, pur occupando poco spazio, consentiranno al coniglio nano di sentirsi al sicuro. In questo modo il nostro nuovo compagno domestico saprà di non correre pericoli, e sarà meglio predisposto all’esplorazione dell’ambiente circostante.
Ancora una volta, lasciagli tutto il tempo per ambientarsi. Noterai che, con i suoi tempi, sarà lui a uscire volontariamente dalla casetta per esplorare ciò che lo circonda. Solamente quando noti che è finalmente a suo agio con gli spazi intorno lui, potrai cercare di avvicinarlo e fargli conoscere nuovi ambienti della casa.
>>> Leggi anche: Come allevare conigli? Breve guida per diventare un allevatore di successo!
Nelle scorse righe abbiamo cercato di fare il punto su quale sia il giusto punto di partenza per una vita felice in compagnia del nostro nuovo coniglio nano. Ma come comportarsi con lui, anche nei giorni successivi?
Il nostro suggerimento è sempre quello di cercare di avere un atteggiamento di “attesa” nei suoi confronti. Fai in modo che sappia che di te ci si può fidare, e predisponigli un ambiente sicuro e riservato, in maniera tale che possa ritagliarsi i suoi spazi di serenità.
Insomma, fai in modo che sia lui ad avvicinarsi a te, e non il contrario. Non dovresti avere grandi difficoltà nel farlo: puoi ad esempio sederti vicino alla sua casetta o avvicinargli un po' di cibo. Quando il coniglio nano mangerà quello che gli proponi, e lo farà con calma, masticando senza irruenza, allora saprai che si sta fidando in te, e potrai provare un approccio ancora più diretto, tentando di accarezzarlo. Potrai poi anche installare una mangiatoia per coniglio nano, che possa permettergli di reperire il cibo quando e come vuole.
In ogni caso, ti consigliamo sempre di agire con la massima cautela. Traumatizzare il coniglio nano ti richiederà infatti molto più sforzo per poter ripristinare poi una condizione di serenità. Molto meglio armarsi di un po' di pazienza in più, evitando di correre troppo!
]]>Per migliorare le possibilità che possa avvenire il concepimento è di norma sufficiente far sì che gli esemplari maschi e le femmine convivano all’interno di aree di prossimità, permettendo così la diffusione di feromoni e odori nell’aria che finiranno con l’invitare all’accoppiamento i due partner. Per incentivare in misura ancora più evidente la possibilità che i conigli si accoppino può essere ancora più utile introdurre la femmina nell’habitat del maschio.
Una volta avvenuto l’accoppiamento, è bene tenere separati i due esemplari in zone distinte del proprio allevamento, ricordandosi di segnare la data in cui è avvenuto l’evento. Così facendo si potrà comprendere se l’accoppiamento sia andato o meno a buon fine, considerato che dopo una quindicina di giorni l’eventuale gravidanza sarà già percepibile mediante palpazione dell’addome che, evidentemente, consigliamo di effettuare solamente a persone esperte nel settore, al fine di evitare di creare turbamenti e stress all’animale.
Ciò rammentato, la gestazione nei conigli ha una durata compresa tra 29 e 35 giorni, periodo durante il quale la femmina dovrebbe essere collocata nello stesso ambiente, evitando di creare delle ansie a causa di spostamenti eccessivi o eventi anomali.
Durante tutto il periodo della gravidanza sarà inoltre fondamentale assicurare la corretta alimentazione alla femmina, somministrando cibi di qualità e ricchi di proteine: in commercio esistono apposite formulazioni professionali che possono permettere all’animale di ottenere tutti i nutrienti di cui ha bisogno per portare positivamente a compimento la gravidanza. Si rammenta altresì che con l’avanzare dei giorni e della gravidanza la femmina tenderà a mangiare sempre di meno.
Pochi giorni prima del parto la coniglia inizierà a strapparsi il pelo per poter confezionare il proprio nido. L’abitudine potrebbe durare anche dopo il parto, per alcuni giorni. Se l’allevatore desidera agevolare il lavoro della coniglia, potrebbe introdurre una casetta nido di piccole dimensioni (circa 40 cm per lato), con un’entrata con bordo rialzato per non essere all’ostacolo all’ingresso della femmina ma, contemporaneamente, impedire l’uscita dei piccoli.
Il giorno del parto, l’evento durerà circa 15-30 minuti: in questo frangente è possibile che possano nascere fino a 5 coniglietti per le razze nane, e fino a 10-12 coniglietti per le razze giganti. Purtroppo, non è raro che alcuni di questi possano nascere privi di vita: all’allevatore spetterà il triste compito di rimuovere subito gli esemplari morti evitando che rimangano nel nido.
Ricordiamo infine che è bene che la coniglia esca spontaneamente dal nido, evitando ogni tipo di forzatura.
Invitiamo tutti i nostri lettori che volessero attrezzare con qualità e comfort il proprio allevamento a dare uno sguardo a tutte le novità sugli abbeveratoi conigli e sulle mangiatoie conigli.
]]>Tuttavia, se sei capitato in questo approfondimento, è probabilmente perché si interessato a comprendere che cosa possa accadere negli anni al tuo allevamento di conigli, e quale sia il turnover degli esemplari che andrai ad ospitare al suo interno.
]]>Tuttavia, se sei capitato in questo approfondimento, è probabilmente perché si interessato a comprendere che cosa possa accadere negli anni al tuo allevamento di conigli, e quale sia il turnover degli esemplari che andrai ad ospitare al suo interno.
In altri termini, è possibile che ti stia domandando quanto vivono i consigli, e quanti anni di vita hanno in media i conigli quando muoiono? Insomma, i conigli sono animali longevi o hanno una vita piuttosto ristretta?
In questo articolo cercheremo di chiarire in maniera chiara tutto quello che ti sarà utile per poter stimare la durata della vita di un coniglio, premettendo che – come avviene per ciascun animale – la sua longevità più o meno estesa dipenderà soprattutto dalle cure che riporrai nel tuo allevamento.
Prevedere la vita media di un coniglio non è sempre facile. Per esempio, in natura la loro longevità è evidentemente molto più contenute, con un’esistenza che potrebbe non prolungarsi oltre i tre – quattro anni.
Di contro, se allevati correttamente e con cura, i conigli si dimostrano molto più longevi, arrivando a vivere anche il doppio dei conigli selvatici, con una media di sei – otto anni.
Questa significativa differenza non deve stupire: il coniglio selvatico è infatti esposto a tutte le rigidità e ai rischi che comporta vivere nel proprio ambiente naturale: si pensi alla difficoltà di reperire del cibo, ai pericoli rappresentati dai predatori, alla mancanza di cure veterinarie e a tutte quelle determinanti che potrebbero pregiudicare la sua salute (non ultima, l’inesistenza di una “casa” confortevole che possa accoglierli).
Le cose cambiano radicalmente quando ci si occupa dei conigli domestici, la cui vita media è – come abbiamo avuto modo di vedere – anche doppia o tripla rispetto a quella dei conigli selvatici.
Non è d’altronde un mistero che nei migliori allevamenti di conigli questi esemplari siano circondati da una serie di comodità che possono influenzare positivamente la propria vita e il proprio benessere. E non è nemmeno raro che alcuni conigli riescano a superare perfino ai 10 anni di età, soprattutto nelle razze tipicamente più longeve.
Ciò chiarito, è evidente che per poter allungare la vita del nostro coniglio domestico, e far sì che il nostro allevamento sia produttivo di tutti quei vantaggi che siamo certi ogni buon allevatore vorrà assicurare ai propri esemplari, occorra riporre un costante impegno per assicurare ai conigli allevati le migliori condizioni di vita.
In primo luogo, ricorda che è fondamentale curare l’igiene del coniglio e la pulizia dell’intero habitat: trascurare questi requisiti di base, anche per poco tempo, potrebbe infatti favorire la comparsa di malattie in grado di diffondersi rapidamente in tutto l’allevamento. In tal senso, diventa altresì fondamentale condividere periodicamente lo stato di salute dei conigli con un esperto veterinario, che pianificherà un attento piano vaccinale e un calendario di controlli periodici.
Ricorda inoltre che i conigli hanno bisogno di un costante esercizio fisico. In natura questo animale tende ad essere molto dinamico, e costringerlo all’interno di un recinto troppo stretto, in cui non possa disporre dei giusti spazi di movimento, potrebbe essere controproducente per il suo umore e il suo stato di salute fisica.
Insomma, avere un allevamento di conigli ti richiederà un costante impegno, come l’installazione di una buona mangiatoia per conigli o di uno specifico abbeveratoio. Tuttavia, tali cautele non mancheranno di produrre le migliori soddisfazioni per il buono sviluppo del tuo progetto e, soprattutto, potranno realmente allungare la vita dei tuoi animali preferiti per almeno qualche altro anno.
]]>Proprio per questo motivo vogliamo condividere alcune riflessioni su questa razza con tutti i nostri lettori, cercando di evidenziare quali sono i suoi principali tratti distintivi, e come allevare il coniglio Testa di Leone con successo!
Cominciamo con uno sguardo alle sue principali caratteristiche e, in particolar modo, spiegare per quale motivo il coniglio Testa di Leone si chiami così.
Come probabilmente stai già immaginando, la sua denominazione deriva proprio dal particolare aspetto di questi esemplari, che sono dotati di una sorta di “criniera” e di un collare di folta pelliccia sotto la testa, tanto da fargli assomigliare a dei piccoli leoni in miniatura (ma, ti assicuriamo, molto meno pericolosi!).
Per quanto concerne le sue dimensioni, si tratta di un consiglio nano, che pesa meno di 2 kg e non raggiunge mai lunghezze considerevoli.
I colori riconosciuti in questa razza sono quelli crema, bianco e rosso, anche se non mancano certamente varianti più scure (cioccolato) o quelle pezzate (blue point e tartaruga).
I conigli Testa di Leone sono animali generalmente piuttosto longevi. Prescindendo dalla sua vita in ambienti selvatici, la cui estensione è evidentemente più ridotta, se ben allevato e curato potrà tenerti compagnia anche per 8 – 10 anni.
Come abbiamo anticipato in apertura di questo approfondimento, uno dei motivi per cui il coniglio Testa di Leone è certamente uno dei preferiti dagli allevatori italiani domestici è legato al suo carattere, sempre estremamente affettuoso e socievole, e in grado di legarsi profondamente alla famiglia che sceglie di prendersene cura.
Naturalmente, questo non significa che il coniglio Testa di Leone non richieda un po' di adattamento. I primi giorni sarà sicuramente meglio lasciargli un po' di tempo, evitando di forzare i contatti. Si può dunque iniziare a interagire con lui all’interno di una gabbia, fino a quando non sarà lui, spontaneamente, a riconoscerti come uno della sua “famiglia”.
Anche in questo caso, val la pena rammentare che non stiamo parlando di un animale molto resistente. Le interazioni con il coniglio Testa di Leone dovrebbero pertanto essere accorte, evitando di agitarlo o stringerlo con troppa forza (cosa che, per esempio, potrebbero involontariamente fare i bambini): in questi casi infatti il rischio è che si finisca con il nuocere alla sua salute, o rompere le ossa, molto fragili.
Cosa mangia il coniglio Testa di Leone
L’alimentazione del coniglio Testa di Leone richiede l’introduzione di molte fibre nella sua dieta. Dunque, se ti stai domandando cosa mangia un coniglio Testa di Leone, sappi che apprezza particolarmente l’erba e il fieno, insieme alle verdure fresche e a del pellet. Meglio invece evitare i carboidrati (come il pane o i cereali), salvo che una parte marginale di essi non sia consigliata per diversificare la sua dieta.
Per quanto attiene l’igiene del coniglio Testa di Leone, questo esemplare – come peraltro avviene con altre razze – richiede una pulizia almeno settimanale degli occhi e delle orecchie, e un controllo almeno quindicinale dei denti.
Spazzola il pelo ogni 1-2 giorni, per evitare la formazione di nodi che il coniglio potrebbe ingerire, e pulisci tutti i giorni la gabbia rimuovendo le feci. La paglia dovrà essere cambiata spesso, al fine di evitare l’accumulo di sporcizia.
Evidentemente, dovrai anche assicurare al coniglio Testa di Leone un costante accesso all’acqua, da rifornire ogni giorno, in maniera tale che sia pulita e priva di contaminazioni batteriche che potrebbero determinare danni alla sua salute. L’utilizzo di uno dei nostri abbeveratoi per conigli renderà questa operazione più semplice!
]]>Per permettere a tutti i nostri lettori di partire con il piede giusto abbiamo realizzato una piccola guida con 8 regole base per un allevamento di conigli di successo!
Il punto di partenza per ogni buon allevatore di conigli non può che essere la conoscenza dell’animale. Anche se la maggiore confidenza con il coniglio arriverà con il tempo, bisogna subito tenere conto che si tratta di un animale docile e non aggressivo, che per natura sta sempre allerta, pronto a fuggire e mimetizzarsi. Ecco dunque che il coniglio apparirà come un animale guardingo e attento, facilmente stressabile e, proprio per questo motivo, meritevole di una specifica attenzione.
L’allevamento dei conigli deve essere posizionato in un luogo asciutto e drenato. Per i motivi appena esposti deve inoltre essere un luogo tranquillo, protetto dall’ingresso di altri animali. È altresì opportuno che il luogo sia riparato dal vento e dal sole.
I conigli hanno bisogno di idratarsi frequentemente. Deve esser dato loro l’accesso ad acqua sempre pulita, possibilmente tiepida durante la stagione invernale. La temperatura ideale dell’acqua dell’abbeveratoio dovrebbe essere di circa 15 gradi: se possibile, potrebbe essere utile munirsi di un termometro specifico per la misurazione.
Il mangime deve essere somministrato tutti i giorni, una volta al giorno, posto nella corretta dose all’interno della mangiatoia. L’obiettivo dell’allevatore dovrà essere quello di inserire in mangiatoia il necessario per soddisfare le piene esigenze dei conigli, ma senza che avanzino dei residui. La loro presenza potrebbe infatti favorire la formazione di muffe e fermentazioni potenzialmente dannose per la salute del coniglio. In questo caso, è sempre opportuno rimuovere ogni residuo e ripulire la mangiatoia.
I conigli non amano il freddo. Ne deriva che la temperatura ideale dell’allevamento dovrebbe essere compresa costantemente tra i 10 e i 30 gradi. Nel caso in cui in inverno o durante la notte la temperatura dovesse avvicinarsi allo 0°, è necessario proteggere il ricovero in maniera adeguata, tutelando i conigli dai climi più rigidi.
I conigli sono animali socievoli e che amano la compagnia. Il che, però, non deve essere un lasciapassare per favorire il sovraffollamento del tuo allevamento, che creerebbe non pochi problemi, soprattutto nelle fasi di “ampliamento”. Dunque, ricorda che lo spazio di cui dovresti disporre per le fattrici dovrebbe essere di 0,4 metri quadri, oltre a 0,15 metri quadri per ogni nido all’esterno della conigliera o della gabbia.
In questa piccola guida al corretto allevamento dei conigli non possiamo non soffermarci su quanto sia importante cercare di assicurare la migliore pulizia. La pulizia dovrà essere effettuata molto frequentemente, intervenendo prontamente per rimuovere le deiezioni. In questo modo riuscirai ad assicurare anche la pulizia dell’aria, contenendo le concentrazioni di ammoniaca.
Infine, non possiamo non rammentare quanto sia importante garantire ai propri conigli l’esposizione alla luce del sole. L’illuminazione naturale è infatti un fattore che può impattare favorevolmente sia sulla fecondità che sulla fertilità delle fattrici. E anche se il coniglio non ama stare sotto la luce del sole quando questa è a picco, è bene invogliare i conigli a godere della luce per un ampio numero di ore al giorno, almeno 12. Se invece si ricorre alla luce artificiale, perché magari è inverno e non si può garantire una corretta esposizione alla luce solare per un così elevato numero di ore, è bene dotare il proprio allevamento di un sistema di luminosità artificiale per almeno 4 Watt per mq.
]]>Oggi giorno trovare un coniglio nano in adozione non è affatto difficile. Basterà una breve ricerca su Internet alla scoperta della struttura volontaria di conigli in adozione per individuare un’associazione o un altro operatore pronto a presentarvi i tuoi prossimi consigli da introdurre in ambito domestico.
Se poi non dovesse esserci la possibilità di trovare un’associazione specializzata nell’adozione dei conigli nelle prossimità del tuo appartamento o del tuo futuro allevamento, non disperare: generalmente chi si occupa di dare conigli in adozione è sempre pronto a soddisfare le esigenze dei futuri proprietari, anche organizzando delle staffette che possano permetterti di ottenere dei conigli in affido.
Adottare un coniglio è di norma molto semplice. Una volta che hai trovato la struttura che si occupa di queste attività potrai infatti prenderne visione andando a conoscere l’animale (o gli animali) che intendi adottare.
Fatto ciò basterà compilare il modulo di richiesta dell’adozione e attendere che la struttura termini il suo iter amministrativo. Fatto ciò, si potrà concordare il ritiro dell’animale, o attendere che sia portato al tuo domicilio.
Ti ricordiamo inoltre che negli anni sono sorte numerose strutture specializzate nell’adozione dei conigli online: in questo caso la conoscenza diretta del coniglio o della cavia da adottare è sostituita dalla possibilità di leggere delle schede nelle quali potrai trovare qualche informazione di base, come le sue caratteristiche fisiche e comportamentali, le sterilizzazioni e le vaccinazioni che ha dovuto effettuare, e così via.
L’adozione di un coniglio è una scelta completamente gratuita. Dunque, salvo il caso che la struttura non domandi un piccolo contributo per le spese (ad esempio, il trasporto, le spese veterinarie, e così via), adottare un coniglio non ha costi.
Naturalmente, per saperne di più ti consigliamo di rivolgerti direttamente all’associazione o alla struttura che ha in gestione i conigli da adottare, e in cui i volontari saranno sicuramente in grado di condividere con te tutto ciò che devi sapere per realizzare la tua prima adozione!
Una volta che il coniglio arriva a domicilio, dovrai essere abile nel farlo ambientare con la giusta cautela.
Ricordati inoltre di predisporre la sua casetta utilizzando tutti gli accessori che trovi nel nostro shop, come gli abbeveratoi per conigli o le mangiatoie per conigli. Buon allevamento!
]]>In questa guida cercheremo di comprendere che cosa devi fare se hai una coniglietta domestica che è prossima al parto, condividendo tante informazioni utili su come prenderti cura dei coniglietti appena nati.
La prima cosa che devi fare è preparare un giaciglio adeguato per la mamma: tieni infatti in considerazione che i coniglietti appena nati sono totalmente privi di pelo e che dunque non hanno protezione contro il caldo.
Prendi dunque una scatola di cartone pulita, riempila di erba e di paglia per ammorbidire il fondo, e riponi un telo pulito che possa ospitare i cuccioli. Per quanto concerne la gestione del tuo allevamento, isola la mamma dai compagni maschi, che potrebbero ingravidarla di nuovo subito dopo il parto, impedendole il corretto allattamento. Non è peraltro necessario che tu allontani troppo i due esemplari: è sufficiente riporli in due gabbie separate, ancorché vicine, in modo che non soffrano troppo l’assenza reciproca.
Per quanto poi concerne il parto, la coniglia è di norma in grado di farlo in modo completamente autonomo e, dunque, non c’è da stupirsi che circa un mese dopo l’inizio della gestazione tu ti possa trovare dinanzi al “fatto compiuto”: una bella cucciolata di conigli appena nati sul giaciglio. Purtroppo, non tutti i coniglietti sopravvivono al parto: se qualche piccolo esemplare non ce l’ha fatta, toglilo quanto prima dalla gabbia.
La prima alimentazione di un coniglio appena nato è l’allattamento. Pertanto, preoccupati che la madre allatti correttamente e frequentemente i neonati, verificando che la pancia dei coniglietti sia rotonda e che l’atteggiamento dei conigli sia pacifico e sereno, senza “miagolii”.
Nel caso in cui invece la mamma non riesca proprio ad allattarti, perché magari sono troppo numerosi, ti consigliamo di rivolgerti al tuo veterinario di fiducia per cercare di comprendere in che modo procedere all’integrazione dei nutrienti essenziali. È probabile che il veterinario possa consigliarti di utilizzare dello specifico latte artificiale, che dovrai somministrare con un biberon.
Dopo due settimane di vita inizia la fase dello svezzamento: il latte sarà ancora indispensabile per un po' di tempo (almeno fino ai due mesi di vita) ma potrà altresì essere avviato un percorso di alimentazione più vario, simile a quello degli esemplari adulti. Abbi cura di aggiungere le verdure gradualmente (potrebbero creare qualche problema di gestivo) e, magari, inizia ad integrarli nella loro dieta con piccoli pezzettini.
Considerato che dei coniglietti appena nati si occuperà la madre, dovresti evitare di toccarli per le prime due settimane di vita. Anche superato questo frangente, comunque, dovresti limitare i contatti, soprattutto se le tue mani non sono pulite.
Se poi vuoi saperne di più sul meraviglioso mondo dei conigli, ti consigliamo di consultare la nostra recente guida sui costi di un coniglio nano e cosa fare con un coniglio nano appena comprato.
]]>Naturalmente, i piani vaccinali suggeriti saranno definiti e condivisi dal veterinario in funzione della situazione sanitaria dell’allevamento, considerato che ciascuna struttura avrà differenti caratteristiche.
Ciò premesso, uno schema tipico per le vaccinazioni dei conigli è quello per RHD/MEV e Mixomatosi, generalmente consigliato con questo percorso:
Dunque, per la vaccinazione contro la Mixomatosi è sufficiente vaccinare i conigli riproduttori almeno 2 volte l’anno. Tuttavia, non esiste uno schema universale, con la conseguenza che la scelta del piano vaccinale dovrà essere concordata con il veterinario in relazione al rischio potenziale di infezione, alle condizioni ambientali, al tipo di allevamento e alla situazione sanitaria.
Nel caso in cui si renda necessario e nelle ipotesi in cui il quadro clinico sia ricorrente o cronicizzato, potranno naturalmente essere valutate anche altre vaccinazioni, come quelle contro alcune affezioni batteriche (tipo pasteurellosi, stafilococcosi, clostridiosi, colibacillosi). Tali vaccini potranno essere sia di tipo commerciale registrato che di tipo stabulogeno, ovvero autovaccini preparati con i ceppi provenienti dallo stesso allevamento e, dunque, teoricamente più efficaci.
Se vuoi saperne ancora di più sul benessere dei conigli, ti consigliamo di leggere le altre guide che abbiamo preparato per te.
Negli ultimi giorni ci siamo occupati di comprendere come spostare e manipolare i conigli per un trasporto corretto, con tanti consigli che consentiranno ai nuovi allevatori e a tutti i curiosi di comprendere in che modo maneggiare correttamente questi animali così delicati.
Ti suggeriamo anche di leggere come illuminare l’allevamento dei conigli e perché hanno bisogno della luce del sole, con tanti spunti utili per poter realizzare un allevamento più orientato al rispetto delle loro necessità, così come il focus su come usare mangiatoie e abbeveratoi per l’allevamento dei conigli, come quelli che trovi sul nostro shop.
Buona lettura!In questo ambito di approfondimento ricordiamo innanzitutto come l’intensità dell’illuminazione all’interno dell’allevamento di conigli debba essere calibrata in maniera tale da non causare problemi comportamentali o di salute degli animali, con particolare riferimento alla degenerazione della retina, una delle principali complicazioni nel momento in cui i conigli vengono sottoposti a una luminosità eccessiva, soprattutto nel caso di conigli albini.
Dunque, l’illuminazione non dovrà essere troppo intensa e accecante, ma dovrà essere comunque sufficiente per permettere ai conigli di orientarsi correttamente all’interno dell’allevamento e avere un facile contatto visivo con gli altri “compagni” di allevamento, muovendosi così liberamente in ogni spazio e potendo indagare l’ambiente circostante per assicurarsi che sia sufficientemente protettivo nei loro confronti e non vi siano zone d’ombra in cui potrebbero celarsi dei predatori.
Leggi anche: Come controllare lo stato di salute dei conigli
Nel caso di illuminazione nei ricoveri, le linee guida ministeriali suggeriscono che l’intensità luminosa minima sia pari a 20 lux per almeno 8 ore al giorno. Il regime di alternanza di luce e buio deve seguire un ritmo di 24 ore e comprendere un sufficiente periodo di buio, ininterrotto, per circa un terzo della giornata (8 ore) in maniera tale che gli animali possano riposare e svolgere le loro attività notturne.
Nell’ipotesi di sola luce artificiale è importante favorire una transizione crepuscolare della durata compresa tra 30 minuti e due ore. In ogni caso, è da preferirsi la luce naturale, tramite finestre e aperture, ad integrare l’illuminazione artificiale.
Dalle scorse righe dovresti esserti ben reso conto di quanto, per i conigli, la luce rappresenti un elemento fondamentale di benessere e salute. I conigli che infatti vivono per troppo tempo reclusi in ambienti interni potrebbero sviluppare pericolose condizioni di carenza di vitamina D, esattamente come avviene per la generalità dei mammiferi.
I deficit di vitamina D nei conigli domestici potrebbero a loro volta essere produttivi di problemi dentali e cardiovascolari e, in linea di massima, indebolire il loro sistema immunitario, determinando così la loro maggiore predisposizione a malattie di vario genere e natura.
Leggi anche: Come usare mangiatoie e abbeveratoi negli allevamenti di conigli
Purtroppo, il problema è fin troppo spesso sottovalutato dagli allevatori e, soprattutto, da coloro che devono gestire ampie popolazioni di conigli e, di frequente, tendono a evitare che i propri esemplari siano “troppo liberi” di scorrazzare, per contenere il rischio di esposizione a predatori, parassiti e malattie. La sola esposizione del sole, mediata dalle finestre, non è certo una soluzione sempre efficace: il vetro blocca infatti una consistente quantità di radiazioni UVB e, dunque, sebbene un allevamento così illuminato di luce naturale possa assicurare una buona visibilità dell’ambiente interno, non si può certamente esprimere una parere favorevole per quanto invece concerne il positivo ruolo dei raggi solari.
Insomma, se gli animali non riescono a ricevere una dose sufficiente di vitamina D tramite luce naturale, e tramite la dieta, potrebbero essere esposti a numerose condizioni di disagio. Per questa ragione è consigliabile consentire ai conigli di avere sempre accesso a un’area all’aperto per qualche ora al giorno, dove potranno godere dei raggi del sole.
]]>Proviamo a riassumere insieme le principali.
Le linee guida ministeriali affermano che chiunque possieda conigli o li detenga per un certo periodo di tempo sotto il proprio controllo diretto, così come ogni altra persona destinata ad accudire i conigli, può qualificarsi come allevatore.
Questo status non è privo di conseguenze, considerato che chi è allevatore, sotto propria responsabilità, deve garantire che sia adottata ogni misura utile per salvaguardare il benessere e la salute degli animali.
Proprio in virtù di quanto sopra, chi è allevatore / detentore di conigli, non può che frequentare un periodo di formazione sul benessere degli animali che sia adeguato e sostanziale, oltre che ponderato – naturalmente sul proprio livello di responsabilità, considerato che sarà ben diverso gestire un allevamento di tipo industriale, rispetto a quello di tipo strettamente personale.
In ogni caso, le linee guida del Ministero consigliano sia un periodo di training presso un altro allevamento, sia un aggiornamento continuo sugli argomenti più importanti, come le normative in vigore, la fisiologia dei conigli con specifico richiamo al fabbisogno di acqua e cibo, e al comportamento degli animali, gli aspetti pratici per la manipolazione degli animali, le cure d’emergenza e le misure di biosicurezza preventive.
Considerato che è ben possibile che l’allevatore non possa fare tutto da solo, le linee guida del Ministero avvertono che i conigli devono essere accuditi da un numero sufficiente di persone in possesso di adeguate conoscenze sui conigli e sul sistema di allevamento utilizzato, al fine di essere in grado di riconoscere se gli animali sono in buona salute, comprendere il significato di cambiamenti comportamentali, valutare l’idoneità dell’ambiente per il benessere e la salute dei conigli, e la capacità di maneggiare gli animali con cura.
Tra le altre linee guida, il Ministero ricorda come tutte le persone che operano nell’allevamento (allevatore e detentore, eventuale personale dipendente) devono essere addestrate ad agire e a reagire in caso di emergenza, per salvaguardare, per quanto possibile, il benessere degli animali.
È inoltre necessario che, tra le prime consapevolezze che gli allevatori devono rispettare, vi sia la capacità di prendere e maneggiare correttamente gli animali, considerato anche che si tratta di esemplari particolarmente delicati. Inoltre, al fine di sviluppare la migliore relazione con essi, è necessario che i conigli siano approcciati frequentemente, con calma e a distanza ravvicinata, fin dalla giovanissima età: in questo modo si può diminuire il loro senso di paura che, per natura e caratteristiche della specie, sono sempre presenti.
]]>In particolar modo, per evitare che i conigli corrano il rischio di andare incontro a problemi con la disidratazione, è fondamentale assicurarsi che siano in grado di ingerire la quantità di liquidi consigliata, ogni giorno, per il loro benessere. Ma quanto deve bere il coniglio? E come insegnargli il corretto uso dell’abbeveratoio?
Iniziamo subito con il rammentare che il coniglio non è un animale che beve molto e, dunque, non necessita di grandi quantitativi di acqua per sopravvivere.
Naturalmente, questo non sta a significare che possiamo dimenticarci di monitorare quanta acqua consuma o che possiamo trascurare il rifornire l’abbeveratoio con la giusta quantità di acqua pulita.
In linea di massima, un coniglio adulto ha bisogno di almeno un quarto di litro di acqua al giorno, che potrà assimilare non solamente attraverso l’acqua da bere, quanto anche attraverso il cibo e, in esso, soprattutto nelle verdure di cui può essere ghiotto (il resto della dieta è di norma costituito da fieno e pellet).
Ora che sappiamo di quanta acqua ha bisogno il coniglio ogni giorno, dobbiamo cercare di indurlo a utilizzare correttamente l’abbeveratoio per poter soddisfare in maniera autonoma questa necessità.
Naturalmente, se l’abbeveratoio è a vaschetta, il coniglio non dovrà essere istruito in modo specifico, visto e considerato che si tratta della forma di abbeveratoio più semplice: l’acqua sarà infatti presente nella vaschetta e al coniglio non rimarrà altro da fare che avvicinarsi ad essa.
Le cose sono un po' diverse se l’abbeveratoio ha il beverino, un accessorio che gli richiederà di succhiare l’acqua dal beccuccio. Insomma, anche se l’abbeveratoio che ha i beverini è un accessorio fondamentale e riserva tanti vantaggi all’allevatore, potrebbe creare qualche problema iniziale al coniglio, il quale potrebbe trovarsi per la prima volta ad un accessorio con cui non sa come rapportarsi.
Un modo pratico per far comprendere al coniglio che è da lì che deve bere è avvicinare l’animale al beverino e far cadere qualche goccia di acqua. Se il coniglio è particolarmente attento, dovrebbe capire che dovrà attaccarsi al beccuccio per idratarsi.
Se non dovessi ottenere buoni risultati, ricorda che un’altra maniera efficace per procedere è quella di sfruttare l’odore: basterà cospargere il beverino con del latte per attirare il coniglio che, probabilmente, sarà portato a succhiare dal nipple alla ricerca di nuovo liquido.
Se infine dovessi trovare altre difficoltà, valuta che l’impianto sia collegato correttamente, che l’acqua fuoriesca regolarmente e che il foro del nipple non sia troppo piccolo. In questo ultimo caso aiutati con delle forbici per allargare il buco.
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