Come avviare e gestire un pollaio con meno di 50 galline

Come avviare e gestire un pollaio con meno di 50 galline

Quando si tratta di avviare e gestire un pollaio in maniera non imprenditoriale, come semplice passatempo o per la rivendita saltuaria delle uova, è fondamentale avere sempre in mente quali siano i limiti previsti dalla normativa.

In particolare, non tutti sanno che l’attuale quadro normativo distingue le ipotesi di un pollaio con non più di 50 galline, dai pollai che invece superano questa soglia. Cerchiamo di capire quali sono le differenze.

Pollaio con non più di 50 galline ovaiole

Il legislatore ritiene che i pollai con non più di 50 galline ovaiole non siano adatti a un’attività di vendita intensiva delle uova e, dunque, riconosce agli allevatori alcuni interessanti benefici.

In particolar modo, stando a quanto previsto ai sensi dell’art. 2 del D.M. 11/12/2009, chi gestisce un pollaio con non più di 50 galline ovaiole è esonerato dagli obblighi sulle norme di commercializzazione per le uova che vengono vendute direttamene al consumatore finale entro la regione di produzione, o ancora in un mercato pubblico locale o con vendita a domicilio.

Quanto sopra significa che le uova così vendute non devono essere marchiate con il codice del produttore né devono essere classificate per categoria di qualità e peso. Nel punto vendita o nelle comunicazioni all’acquirente devono tuttavia essere sempre riportati il nome e l’indirizzo del produttore, così come la data di produzione delle uova. Inoltre, il produttore dovrà pur sempre assicurarsi di rispettare la normativa vigente in termini di igiene e salute, con particolare riferimento al luogo in cui le uova sono stoccate in attesa della vendita.

Pollaio con più di 50 galline ovaiole

Le cose si fanno un po' più complicate nel caso in cui tu intenda gestire un pollaio con più di 50 galline ovaiole.

Se infatti superi questa soglia, ma rimani entro le 250 galline, non dovrai ancora classificare le uova per categoria di qualità e peso, ma dovrai invece apporre sul guscio dell’uovo, con timbro, il codice aziendale insieme al tipo di allevamento, tra:

  • 0: biologico
  • 1: all’aperto
  • 2: a terra
  • 3: in gabbia

La timbratura deve essere effettuata presso l’azienda di produzione o nel primo punto di imballaggio che riceve le uova, dotato di lavamani e spazio idoneo al confezionamento e allo stoccaggio.

Pollaio con più di 250 galline ovaiole

Le regole si inaspriscono nel caso in cui il produttore gestisca un pollaio con un numero di galline che supera le 250 unità.

In questo caso il produttore è tenuto a classificare le uova per categoria di qualità e peso. Le aziende devono inoltre dotarsi di un centro di imballaggio riconoscimento ai sensi del Regolamento CE n. 853/2004, che ha stabilito le norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale.

Quanto sopra ci induce a condividere con tutti i nostri lettori un piccolo consiglio. Valutate le differenze sensibili e significative tra le varie categorie, crediamo che la cosa migliore da fare per un allevatore che vuole iniziare a gestire un pollaio sia quella di avviare una struttura che non superi il numero di 50 galline, rinviando poi al futuro la possibile espansione della propria attività, con conseguente assoggettamento al regime normativo più complesso.

 


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